II settimana di pasqua

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Roberto Mezzana

    Group
    Administrator
    Posts
    14,087

    Status
    Offline
    7 aprile 2024 - II DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA
    O DELLA DIVINA MISERICORDIA - ANNO B

    DALLA PAROLA DEL GIORNO

    «La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».»
    Gv 20, 19-31


    Come vivere questa Parola?

    I discepoli nel cenacolo, a porte chiuse, paurosi e con il cuore pieno di tristezza per la morte del maestro. Gesù li trova completamente impreparati alla sua venuta. Come noi, spesso, nel nostro quotidiano, lo chiudiamo fuori dalla nostra vita e dalle nostre relazioni, increduli o incapaci di vivere alla luce della buona notizia e timorosi del giudizio degli altri su di noi. Ma Gesù proprio in quella situazione si fa presente, ci dona la pace vera e ci riempie del suo spirito per inviarci come suoi discepoli. Tommaso non era presente quando gli altri lo videro ed è tentato di non credere alla loro testimonianza. Ha bisogno di vivere quell’incontro in prima persona per credere che da quella morte nasca la vita, e pensa che la soluzione sia mettere il dito nella piaga, proprio come noi, quando non riusciamo a trovare altro modo di affrontare le situazioni dolorose che quello di continuare a raccontarci ciò che è successo. Proviamo un certo gusto a tornare sulle tristezze della nostra vita, infatti Tommaso è detto Didimo, ovvero gemello. Sì, Tommaso ci somiglia, come lui amiamo mettere il dito nella piaga. Ma Didimo vuol dire anche doppio, e anche in questo Tommaso ci somiglia. Tommaso è doppio perché un po’ crede e un po’ dubita, ma anche perché un po’ sta dentro la comunità e un po’ se ne va. È doppio come noi, perché anche la nostra vita spirituale è fatta di fiducia e di incertezza, di appartenenza e di solitudine.
    Mi chiedo quali sono le situazioni nelle quali mi sono chiuso, come i discepoli nel cenacolo, e quali sono i percorsi che il Signore mi sta suggerendo per tornare ad aprire le porte del mio cuore.

    La voce di uno scrittore
    “L’inverno è nella mia testa, ma una eterna primavera è nel mio cuore”
    (Victor Hugo)


    Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Roberto Mezzana

    Group
    Administrator
    Posts
    14,087

    Status
    Offline
    8 aprile 2024 - ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE - SOLENNITÀ

    DALLA PAROLA DEL GIORNO

    «L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».»
    Lc 1, 26-38


    Come vivere questa Parola?

    La pagina dell’annunciazione: un capolavoro sempre inedito. Anche se si conosce ogni dettaglio del racconto la bellezza che ne traspare non permette mai di abituarsi, forse perché in Maria la parola di Dio trova uno specchio, un modo tutto originale di riflettersi, di espandersi. E tutto ciò accade con tutto quello che di più umano viviamo: la paura, le domande, l’incertezza, ma il punto di svolta della storia di Maria non consiste nel non avere paura o domande, ma nel sapersi fidare di Dio nonostante la propria paura e le proprie domande. Oggi la Parola ci chiede di sostare nell’eccomi di Maria: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola»”. È la messa a disposizione piena della sua umanità a ciò che di misterioso Dio sta per compiere ma non con la cecità di chi esegue: con la fiducia di chi sa che vedrà e capirà con il tempo. Ogni volta che si dice di sì a Dio, qualcosa cambia in noi, sempre in meglio.
    Che cosa nella mia vita mi fa comprendere che nulla è impossibile a Dio?

    La voce di un santo
    “Inizia dal necessario, passa al possibile e ti ritroverai ad aver fatto l'impossibile.”
    (San Francesco d'Assisi)



    Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Roberto Mezzana

    Group
    Administrator
    Posts
    14,087

    Status
    Offline
    Martedì 09 aprile 2024 - II SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA

    DALLA PAROLA DEL GIORNO

    «Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo».
    Gv 3, 7-15


    Come vivere questa Parola?

    I dialoghi nel vangelo di Giovanni hanno la tecnica narrativa del fraintendimento, eppure questo fraintendimento – facile anche per noi, perché Gesù sembra non parlare di cose semplici – non nasce dal fatto che l’argomento in questione è difficilissimo ma, al contrario, perché è estremamente semplice: quando non riusciamo a scorgere un dettaglio è perché è troppo visibile. Gesù parla di una “rinascita dall’alto”, certamente c’è una profondità difficile da scandagliare, ma, prima di tutto, c’è l’evidenza: continuamente, nella nostra vita, affrontiamo piccoli o grandi “morti” e ogni volta siamo chiamati a “rinascere”. Si rinasce sempre dall’alto, perché è solo con la forza “dell’alto”, di qualche ragione più profonda, di qualche incoraggiamento inaspettato, di una speranza più autentica, che riusciamo a rialzarci. Tutta la nostra esistenza è scandita da questa regola di spirito di gravità e spirito di “altezza”. Essere “nati dallo Spirito” significa incominciare a vivere come lui, che si sente ma non si sa “da dove viene né da dove va”: significa essere liberi. Liberi dalla disperazione per ogni fallimento, liberi dall’auto giudizio sulle nostre fragilità, liberi dalla paura del giudizio altrui. Questa libertà, che viene dallo Spirito di Dio, che è amore, è la vera libertà nascosta in ogni occasione della vita, felice o triste che sia. È la chiave dell’autenticità e della vera gioia. È nascosta in evidenza in ogni dove.
    In quale momento della mia vita ho chiaramente sentito il Signore farmi “nascere dall’alto”?

    La voce di un poeta
    “Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno”.
    (Pablo Neruda)


    Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Roberto Mezzana

    Group
    Administrator
    Posts
    14,087

    Status
    Offline
    Mercoledì 10 aprile 2024 - II SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA

    DALLA PAROLA DEL GIORNO

    «Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».»
    Gv 3, 16-21


    Come vivere questa Parola?

    Ombra e luce: dinamiche trasversali alla storia dell’umanità, s’intrecciano di continuo anche nella nostra storia. Quante ombre e quante luci ci attraversano ogni giorno, quanti desideri veri e quante maschere? A volte tendiamo a proiettare fuori i conflitti che sono nel nostro cuore, pretendendo di essere noi a tracciare la barriera tra il bene e il male e di ripararci al di qua di questa. Fare luce, però, significa fare verità: lasciare che quello che ci abita venga illuminato da una luce che non è né inquisitoria, né giudicante. Una luce che ci aiuti a guardarci fino in fondo, che sappia attraversare le resistenze che si annidano nelle nostre ombre: quelle che non vogliono fare la fatica di mettersi in gioco, di sbilanciarsi nel vuoto, di provare a immaginarsi in maniera diversa. Senza la pretesa di fare tutto e subito, senza lasciarsi accecare: chi fa la verità va verso la luce, in un cammino continuo. In questo cammino, l’amore di Dio si fa presente offrendoci un compagno di strada: Gesù.
    Una sosta per riconoscere che cosa e perché faccio fatica a portare alla luce con verità, ma soprattutto per incontrare Gesù nel mio cuore e nella mia quotidianità.

    La voce di uno scrittore
    “Tutta la verità, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce”.
    (Lev Tolstoj)


    Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Roberto Mezzana

    Group
    Administrator
    Posts
    14,087

    Status
    Offline
    Giovedì 11 aprile 2024 - II SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA - Santo Stanislao - Memoria

    DALLA PAROLA DEL GIORNO

    «Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui».
    Gv 3, 31-36


    Come vivere questa Parola?

    Sembra che la Resurrezione sia ancora fatto difficile da spiegarsi; hanno fatto fatica i discepoli, facciamo fatica noi. Forse la resurrezione ci destabilizza perché, come la morte in croce, colpisce direttamente la nostra immagine di Dio. Ci urta fortemente credere che i nostri fallimenti non sono l’ultima parola sulla nostra vita: in un certo senso sono una via per mettere noi stessi al centro della nostra attenzione. Giovanni oggi si rivolge ai suoi discepoli che cominciano a credere di aver “sbagliato bersaglio”. È la stessa incredulità degli apostoli, chiusi nel cenacolo, davanti al Risorto. Eppure l’annuncio di oggi ci offre una nuova prospettiva: Giovanni ci invita a guardare chi viene dal cielo, ad alzare la testa dalle nostre piccole grandi paure; ci dice che, per comprendere i gesti di Gesù, la croce, la resurrezione, bisogna sapere che Dio dà lo spirito «senza misura». È questo amare senza misura l’unico modo di amare autenticamente e di accogliere la testimonianza di colui che «Dio ha mandato». Solo in tale logica si riesce a comprendere che l’annuncio di Gesù non compete con quello Giovanni: entrambi, invece, risuonano reciprocamente. È bello che sia Giovanni a dircelo, uno di noi, uno che «appartiene alla terra», uno con le nostre stesse paure, che tuttavia non impediscono di «preparare la strada», di vivere gratuitamente, di gustare il Suo amore nel qui e ora.
    Mi chiedo che cosa mi impedisce di guardare al cielo, chi me lo ricorda, chi sono chiamato ad aiutare perché possa anche lui alzare lo sguardo.

    La voce di un romanziere
    “Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita”.
    (Marcel Proust)


    Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Roberto Mezzana

    Group
    Administrator
    Posts
    14,087

    Status
    Offline
    Venerdì 12 aprile 2024 - II SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA

    DALLA PAROLA DEL GIORNO

    «Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini».
    Gv 6, 1-15


    Come vivere questa Parola?

    L’esperienza di Filippo è la stessa esperienza che facciamo noi quando, davanti alla sproporzione delle cose che ci accadono, ci sentiamo rivolgere la stessa domanda: “E adesso dove troverai tutte le forze per affrontare questo?” C’è sempre la consapevolezza di un grande divario tra le nostre forze e quanto dobbiamo affrontare. Se ci pensiamo davvero, sperimentiamo lo stesso spaesamento che avrà provato il povero Filippo. Solo un miracolo può salvarci. E il miracolo accade mediante un ragazzo, con l’umile riconoscimento di ciò che si ha, più che fare l’elenco di quanto ci manca, mentre Gesù moltiplica “il poco”: cinque pani e due pesci. Erroneamente pensiamo che quanto abbiamo non valga nulla, mentre non è così solo se lo affidiamo a Lui, a tal punto che non solo basta ma avanza. È il miracolo del possibile offerto con fiducia. Dovremmo diventare esperti nel fare questo tipo di miracoli, ovvero fare quanto ci è possibile senza pretendere da noi stessi l’impossibile. Perché questo lo fa Lui.
    Mi chiedo che cosa mi impedisce di guardare al cielo, chi me lo ricorda, chi sono chiamato ad aiutare perché possa anche lui alzare lo sguardo.

    La voce di un drammaturgo
    “Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.”
    (William Shakespeare)


    Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Roberto Mezzana

    Group
    Administrator
    Posts
    14,087

    Status
    Offline
    Sabato 13 aprile 2024 - II SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA

    DALLA PAROLA DEL GIORNO

    «Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l'altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti».
    Gv 6, 16-21


    Come vivere questa Parola?

    La sensazione di precarietà che talvolta invade la nostra vita, è ben evidenziata dall’esperienza dei discepoli che remano una notte intera su di un mare agitato. La loro fatica non riesce a reggere l’impatto con la realtà che stanno vivendo, ma proprio quando la situazione sembra essere bloccata: “videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca ed ebbero paura”. Il suo arrivo, inizialmente, non li tranquillizza; i veri cambiamenti non li accogliamo sempre volentieri. Tra di essi, Lui è quello autentico e fondamentale. La reazione dei discepoli ci insegna a diffidare da un Vangelo che rassicura. La Parola è una provocazione alle nostre finte sicurezze, una destabilizzazione che fa crollare gli idoli che spontaneamente si vengono a creare dentro di noi, soprattutto quello di un Dio “a nostra immagine e somiglianza”. Soltanto così, però, possiamo incontrare ed entrare in relazione con il Signore, sempre più grande persino delle nostre aspettative. La paura subentra perché ci si sente abbandonati all’instabilità del mare, ma è quando si vince la paura del cambiamento e lo si accoglie, che nel cuore e dentro la vita tutto cambia, si compie, giunge alla meta. Si può vivere senza Gesù nella propria vita ma la pienezza è con Lui in cammino con noi.
    Vorrei smettere di “cambiare il mare” e affidarmi alla sicurezza della Tua presenza di pace, di serenità, di bellezza.

    La voce di un pittore
    “Il cuore di un uomo è molto simile al mare: ha le sue tempeste, le sue maree e nelle sue profondità ha anche le sue perle”.
    (Vincent Van Gogh)


    Commento di Suor Emilia Di Massimo FMA
     
    .
6 replies since 27/4/2024, 14:00   13 views
  Share  
.
Top